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SS259: Uno scempio ingiustificato

Il Comitato Aria Nostra denuncia il danno paesaggistico creato dall’Anas all’intera collettività con il taglio dei tigli secolari sulla SS259.

Sono stati eliminati degli alberi apparentemente sani, addirittura anche in barba a quanto stabilito dalla normativa nazionale vigente.

Il Comitato ha ritenuto opportuno incaricare un esperto agronomo forestale, iscritto all’albo, per una dettagliata perizia di stabilità sugli alberi ancora in vita. Nei prossimi giorni, si avranno i risultati.

Di certo, come è noto e ben definito dalla legislazione, nessun albero di tale portata può essere eliminato se non per un acclarato pericolo alla viabilità. Pericolo che, anche alla luce delle statistiche di decenni e da quanto comunicato dalla Polizia Stradale di Teramo, è assolutamente inesistente.

Se, con tanto sforzo di insensibilità, potrebbe essere comprensibile che l’ANAS – per motivi prettamente economici e di tutela degli interessi propri e/o di altre aziende in qualche modo collegate – non si curi dello scempio perpetrato, non è assolutamente ammissibile che i Comuni e la Regione Abruzzo ignorino quanto previsto dalla Legge 10 del 2013.

Questo disprezzo e questa ignoranza sono tanto più inammissibili se si pensa che, invece di osservare il rispetto degli obblighi di piantumazione e di censimento, si resta inerti di fronte a scellerate decisioni che hanno solo l’utilità di favorire l’interesse di aziende appaltanti.

Prima che il danno, già in stato gravemente avanzato, diventi un suicidio paesaggistico ed ambientale, suggeriamo all’Assessore regionale Dino Pepe ed a tutti i Sindaci della Val Vibrata di adoperarsi per chiarire al più presto questa vicenda.

Sperando che gli interessi da tutelare in periodi di campagna elettorale non prevalgano sul rispetto delle norme di tutela ambientale, i politici e/o gli aspiranti tali potrebbero capire che la questione è fondamentale anche in termini di valorizzazione del paesaggio.

Puzza, Sindaco. Ed inquina. Sempre di più…

Gent.mo Sindaco di Colonnella,

è veramente spiacevole notare che, nonostante tutti gli appelli rivolti anche in maniera ufficiale, la pratica di spandimenti dei fanghi da depurazione continui imperterrita ad ammorbare l’aria delle nostre campagne.

Ripetiamo per l’ennesima volta che, per utilizzare questo tipo di “ammendanti” in agricoltura, occorre darne comunicazione 10 giorni prima al Comune, con le specifiche dettagliate del terreno e le analisi chimiche dello stesso.

Poiché tali fanghi sono inquinanti, ne è consentito l’uso solo in piccole quantità per ettaro.

Mentre, e la questione è proprio evidente, i terreni vengono coperti di questi fanghi neri in quantità di molto superiore al consentito.

Siamo felici che, in questo periodo, si festeggi con le piacevoli soddisfazioni per gli investimenti mirati alla costruzione del Resort di Lusso “Bella Oceana” ma non pensa che l’aria puzzolente possa arrivare anche sotto al naso degli investitori arabi?

Nemmeno questa possibilità le accende la sensibilità di mandare i vigili a verificare il rispetto delle procedure previste dal decreto legislativo 99/1992?

Le suggeriamo di non esitare ad interpellare anche la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo, che pur a conoscenza della questione, fino ad ora non hanno avuto il minimo interesse ad approfondire e, meno che mai, ad intervenire.

Visto che si tratta (anche) della sua terra, se potesse assicurare il rispetto della legge, le saremmo tutti grati.

Anche l’autorizzazione puzza…

Esprimiamo  tutta la nostra perplessità sulla vicenda Stam Srl di Colonnella. Azienda che tratta principalmente fanghi di depurazione e che ha già ricevuto l’Autorizzazione Integrale Ambientale in via definitiva nonostante i gravi disagi provocati ai residenti locali a causa di esalazioni maleodoranti e, perfino, nonostante il parere sanitario negativo emesso dal Sindaco Leandro Pollastrelli.

Riteniamo che gli enti pubblici chiamati ad esprimersi su questa tematica come Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Arta, avrebbero dovuto dimostrare maggior attenzione alle preoccupazioni legittime dei cittadini e di chi amministra il territorio con particolare riguardo a salute e ambiente.

Inoltre, l’iter seguito risulta pieno di punti interrogativi e che necessitano molto di più di scarne richieste di chiarimento.

Non escludiamo la possibilità di un esposto alla procura come già fatto in passato per la questione biomasse.