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L’Assessore del turismo, dell’ambiente… e delle Biomasse?

L’Assessore Regionale Mauro Di Dalmazio ignora la pericolosità della centrale a biomassa di Colonnella che, qualora dovesse entrare in funzione, immetterà nell’aria una sostanza cancerogena chiamata formaldeide con un quantitativo, specificato dai documenti di progetto, di quasi tre volte superiore al limite di legge. Evidentemente, ignora anche che l’ARTA di Teramo ha autorizzato un impianto che non rispetta i requisiti di legge.

Questo è quanto scaturito dal consiglio regionale tenutosi il 12 marzo 2013, (il cui resoconto integrale è disponibile qui), nel quale il Consigliere Walter Caporale ha presentato una interpellanza in merito alla questione delle centrali a biomassa previste per i territori di Colonnella e Controguerra.

Il Consigliere parla solo di due centrali e  chiede  se i 2 progetti non siano in contrasto con il piano di qualità dell’aria della Regione Abruzzo, in particolare, pone l’accento sulle ripercussioni negative che tali impianti possono determinare sulla salute dei cittadini, sul turismo e sull’importante  comparto vitivinicolo della zona e dei timori dei cittadini in merito alle possibili e future trasformazioni di questi impianti in inceneritori utili a bruciare rifiuti per avere combustibile in quantità tale da soddisfare le esigenze di potenza degli impianti.

Probabilmente, i presenti in aula avevano ben altro a cui pensare visto che il Vice Presidente De Matteis è dovuto intervenire con un “se non la smettete non faccio continuare il Consiglio. Scusate, se dovete parlare, uscite fuori dall’aula”.

Finita la ricreazione, dall’alto della sua competenza di letteratura classica e giuridica, l’Assessore di Dalmazio ha risposto all’interpellanza:

“… il progetto… asseconda tutte le prescrizioni al piano regionale per la tutela della qualità dell’aria… recupera tutto il calore necessario per il processo produttivo”

Se veramente così fosse, saremmo di fronte ad una scoperta sensazionale nel campo della termodinamica.

Assessore, hai mai sentito parlare di rendimento delle centrali termoelettriche? Può spiegare dove ha visto dei motori che recuperano tutto il calore del processo di combustione senza causare aumento della temperatura locale e dell’acqua di raffreddamento e, magari, senza emissioni e ceneri?

Inoltre non ha  minimamente citato il termine Formaldeide nonostante le denunce del comitato Aria Nostra.

E questo sarebbe la sua concezione di tutela della qualità dell’aria?

Certo che se, come il suo collega  Assessore all’ambiente della Provincia di Teramo, Francesco Marconi, azionista della società che realizzerà la centrale di Colonnella, si è basato sul rapporto dell’ARTA di Teramo, ha ragione di ignorarne la pericolosità.

Probabilmente, l’Assessore di Dalmazio ignora anche altre due questioni fondamentali:

  • Come ampiamente dimostrato in documenti ufficiali, la legna dei boschi degli interi territori provinciali di Teramo e di Ascoli Piceno, ammesso e per niente affatto concesso che sarebbe ad uso esclusivo della centrale di Colonnella, sarebbe a malapena sufficiente ad alimentare la metà dell’impianto;
  • La legge italiana definisce biomassa anche la parte organica dell’immondizia differenziata. Quindi il rischio che l’impianto possa essere in breve riconvertito ad inceneritore è più che concreto.

Ma soprattutto, temiamo che l’assessore abbia dimenticato di aver ricevuto un mandato dai cittadini abruzzesi, quegli stessi cittadini che oggi temono per la propria salute e che pretendono che venga fatta chiarezza sulle autorizzazioni facili riguardanti certe centrali a biomasse.

Centrali Biomasse: inizia la raccolta firme

Ieri sera, presso la C.da San Giovanni di Colonnella, si è tenuta la conferenza dell’avvio della raccolta firme relativa ai progetti di costruzione di centrali denominate a biomasse. Ancora una volta, è stata confermata una partecipazione numerosissima per dire no ai progetti che sono stati dimostrati essere non eco-sostenibili.
Alla raccolta firme, promossa e gestita dal Comitato Aria Nostra, con fogli numerati, collaboreranno anche il Comitato Salute Pubblica ed il Comune di Colonnella.
Il Comitato Aria Nostra, sulla scia di quanto già annunciato in precedenza, ha infatti continuato la sua opera di informazione, sensibilizzazione e studio dettagliato dei progetti autorizzati e/o richiesti presso le varie istituzioni.
Giova ricordare che l’azione effettuata finora è stata utile per mettere in luce i dettagli tenuti nascosti o trascurati dai diversi esponenti, sia istituzionali che privati, in merito alla caratteristiche di inquinamento, elusione delle normative, ecc.
Tale azione ha già comportato la presentazione delle osservazioni di contrarietà al progetto, sostenute dagli studi scientifici relativi ad analisi effettuate, e un esposto presso le istituzioni competenti.
La raccolta firme, quindi, si conferma un ulteriore passo in avanti per l’obiettivo di informazione completa e dettagliata verso tutta la popolazione.

Chiunque voglia aderire o sostenere l’iniziativa può contattare arianostra@libero.it

Autorizzazioni troppo facili? Ritirarle, senza se e senza ma

La centrale a biomasse di Colonnella, qualora dovesse entrare in funzione, emetterà nell’aria una sostanza cancerogena in quantità tre volte superiore rispetto al limite di legge.
Questo è quanto emerge dallo studio della documentazione ufficiale presentata dalla ditta che vuole costruire l’impianto e di cui l’assessore provinciale Francesco Marconi è socio.
La centrale emetterà nell’aria quasi 15 mila metri cubi di fumi ogni ora. Si tratta di una quantità enorme e, come se non bastasse, questi fumi contengono la Formaldeide in quantità tre volte superiore a quanto consentito dalla legislazione regionale.
Tutto questo risulta da certificati di analisi ufficiali prodotti da laboratori scientifici accreditati e noti perfino alla società Sagitta, proponente il progetto della centrale di 6MW.

Il Comitato Aria Nostra aveva prodotto ampia documentazione già in diverse occasioni, inviando lettera aperta all’Assessore Marconi, presentando le osservazioni agli enti competenti e rispondendo alle informazioni prodotte a posteriori dall’ARTA – Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente.

Ancora una volta, il comitato Aria Nostra e i cittadini della vallata si chiedono come sia stato possibile autorizzare un impianto che non rispetta la legge.
La Regione Abruzzo ha infatti autorizzato l’impianto di Colonnella dopo aver ricevuto il via libera dall’ARTA di Teramo, ente che si occupa di verificare se i fumi sono a norma. Ora che i cittadini hanno scoperto che l’ARTA ha commesso un errore autorizzando un impianto che non ne aveva i requisiti, è chiaro che anche l’autorizzazione regionale non può più essere considerata valida in quanto basata su un parere errato dell’ARTA.
È opportuno ricordare che l’ARTA è un ente pubblico che avrebbe dovuto tutelare i cittadini da eventuali sostanze cancerogene emesse nell’aria, un ente alimentato con soldi pubblici ricavati anche dalle tasse versate dagli stessi cittadini che rischiano di gravi malattie a causa di una svista clamorosa.
I cittadini vogliono che venga ritirata l’autorizzazione regionale al più presto poiché il rischio per la salute degli abitanti è elevato, così come lo è l’impatto ambientale.
La raccolta firme in corso di attivazione avrà anche lo scopo di chiedere esplicitamente che le istituzioni antepongano la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini a qualsiasi idea di progetto. Specialmente se frutto di interesse privato e conflittuale con il bene pubblico.

Chi tace acconsente…

La centrale a olio di Controguerra è stata autorizzata attraverso una procedura chiamata PAS che, così come descritto dalla legge, si svolge al comune dove si deve costruire l’impianto. Questa procedura può essere usata per impianti fino a 1 Megawatt e non prevede l’assenzo della regione ma solo un parere della provincia riguardante esclusivamente le immissioni in atmosfera.
Citiamo testualmente il Decrero Legislativo n 28 del 2011, a cui ha fatto riferimento il Sindaco Mauro Scarpantonio, Art 6, comma 2:
“… il proprietario dell’immobile o chi abbia la disponibilità dell’immobile interessato all’impianto, presenta al Comune, almeno trenta giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori, una dichiarazione accompagnata da una dettagliata relazione…” e continua al comma 4 “… decorso il termine di trenta giorni dalla data di ricezione della dichiarazione, l’attività di costruzione deve ritenersi assentita.”
Il Sindaco ha dichiarato più volte di non aver firmato l’autorizzazione della centrale a olio. Non possiamo dargli torto visto che la procedura autorizzativa non prevede nessuna firma del Sindaco, ma solo il suo silenzio e quello dell’amministrazione comunale.

Osservazioni sul progetto della centrale Biomasse della Sagitta Immobiliare

Sono stati presentati, alla Regione Abruzzo ed alle altre istituzioni competenti, le proprie osservazioni in merito alla centrale a biomasse di Colonnella.
Sono ben 11 i punti per i quali si richiedono chiarimenti, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo.
Gli aspetti trattati nelle osservazioni riguardano la procedura di autorizzazione, le emissioni sonore, il contratto per la fornitura di legno cippato, l’impossibilità – ampiamente comprovata – di reperire la legna entro 70 Km, il rischio di esplosioni, il posizionamento dell’impianto in zona ad alto rischio di allagamento, le emissioni in atmosfera, ecc.
In particolare, sono state evidenziate le anomalie riguardanti le emissioni in atmosfera della Formaldeide, sostanza ad elevato potere cancerogeno.
L’azione del Comitato Aria Nostra, proseguirà con l’avvio di una raccolta firme di una petizione, da inoltrare alla Regione Abruzzo ed al Comune di Colonnella, per la richiesta di revoca delle autorizzazioni concesse.
Infatti, a fronte degli elementi emersi nell’analisi di dettaglio del progetto, il Comitato intende ancora e sempre di più rimarcare il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione Italiana, e la necessità che il Sindaco di Colonnella applichi tutti gli strumenti possibili per l’esercizio del suo ruolo di garante del benessere e della salute dei cittadini.